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giovedì 31 maggio 2012

Sorbetto fragole e ricotta (e cioccolato bianco)...tra incubi e coraggio


Sono le 4.21 e sono sveglia da ore. Mio figlio, probabilmente allergico alla polvere, ha attacchi di tosse violentissimi e dormire per terra su questi materassi non lo aiuta.

Quando mi addormento, faccio solo incubi: sono al piano più alto di un vecchio condominio e sento le scosse, il pavimento vacilla...scendo con lui in braccio a fatica, il vano scale si restringe...altre volte sono sola...e lui è in un piazzale all'aperto e corre verso me ma è pieno di pericoli...voglio urlare e chimarlo ma non mi viene la voce....


fino a due giorni fa dormivo grazie ai tranquillanti, ma in queste sere nemmeno loro sembrano fare effetto...


diciamo che mentre prima mi "rassicurava l'idea" che il peggio fosse passato, la nuova scossa del 29 e le previsioni dei sismologici mi hanno insinuato un'ansia strana.
Continueremo a vivere così per mesi, forse anni?

Accendo la luce e mi collego al sito dell'INGV, controllo ogni scossa...gli epicentri, la profondità, la magnitudo.... ma non serve a trarre conclusioni rassicuranti.

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  Maggio è il mese delle rose, probabilmente il mio mese preferito da quando ero bambina.

Mi piace sapere che la Primavera arriva in questi giorni prepotente, facendo sbocciare le rose, quelle rose che da piccola mia nonna tagliava nel nostro giardino facendomene un mazzo da portare alle suorine dell'asilo prima, quando ero molto piccola, e alle maestre delle elementari poi, una volta più cresciuta.

Impossibile dimenticarne l' intenso profumo.
Era normale per noi bambini portare le rose alle maestre.

Quanti ricordi legati a questo periodo... i miei capelli lunghi e biondi legati con due fiocchi rosa e la cantilena delle preghiere al rosario, tutti i pomeriggi di Maggio, in quella chiesetta piccolina di fronte all'asilo.
Cantavo Salve Regina senza capirne le parole.
Le cose succedevano, e non dovevo preoccuparmi del perchè.
Qualcun altro decideva per me, e questo non mi danneggiava, anzi, mi proteggeva.

Il 29 Maggio del 1991 è stato l'ultimo giorno che ho visto mia madre.
A Maggio di tanti anni dopo, quasi negli stessi giorni, ho conosciuto mio marito, e sono rinata.

Quando mi sono sposata, non ho avuto dubbi sul mese che avrei scelto e sui fiori che avrei voluto in Chiesa e sul mio bouquet. Tante rose bianche!

Quest'anno Maggio è stato un mese burrascoso per noi, eppure, non riesco ad odiarlo. 
Tra le tante cose brutte che sono successe ho sentito attorno a me un affetto ed una solidarietà senza pari, che nella frenesia della mia quotidianità precedente al 20 maggio, faticavo a percepire.
Ho percepito tra tutto questo anche amare personali verità, che però mi hanno fatto meno male di quanto credessi.

Queste rose le dedico tutte a voi, che mi pensate durante il giorno anche se non ci conosciamo, che mi scrivete lettere, messaggi, commenti, o che semplicemente passate di qui...a voi che mi avete offerto ospitalità, aiuti concreti, o semplicemente il vostro affetto, la vostra attenzione, la vostra comprensione...

lo so che la vita reale è un'altra, e pure in quella ho toccato con mano la solidarietà, ma è anche in quella vita reale che la mia  più cara amica, (che da un giorno all'altro ha voluto tagliare tutti i ponti con me per ragioni che ancora non mi è dato conoscere dal momento che a quattr'occhi non me l'ha voluto spiegare), non si è degnata nemmeno di mandarmi un messaggio per telefono e chiedermi come sto, come stanno i bambini che tanto diceva di adorare...

Tornare la sera con la mente stanca, impaurita per la notte, e sapere che qualcuno mi è vicino con il pensiero è una sensazione bellissima, che mi aiuta a superare tutto questo.

Mi avete scritto in molti dicendomi di ammirare il mio coraggio...e pensare che ho sempre creduto di me stessa di essere un'inguaribile paurosa.
Tuttavia, quando la vita mi mette alla prova, tiro fuori gli artigli, mi piego, ma faccio di tutto per non spezzarmi.

Certo, io ho ancora la casa in piedi, e questo mi dà forza.
La mia famiglia mi dà forza.
Anche il vostro affetto mi dà forza.

E allora grazie, grazie davvero.

Oggi sono io che penso a voi.
Davvero, lo faccio col cuore!

E in quest'ultimo giorno di Maggio 2012 vi dedico queste rose,
 inno della Primavera che sempre torna dopo l'Inverno.





Per il sorbetto di fragole e ricotta

Ho letto che il sorbetto è un dolce freddo al cucchiaio considerato il progenitore del gelato,
 confuso spesso con la granita ma differente per la consistenza più simile al gelato. Solitamente è a base di acqua e frutta, ma talvolta vengono aggiunti latte o derivati.

Avendo questi prodotti a disposizione ho pensato di amalgamarli per creare un dolce che non sapevo come chiamare...da lì l'idea del Sorbetto!


250 gr di ricotta
250 gr di fragole mature
100 gr di zucchero vanigliato Eridania

Ho semplicemente frullato le fragole con la ricotta e lo zucchero.

Per la versione bianca ho utilizzato ricotta, panna montata e cioccolato bianco fuso...tutto senza dosi perchè erano rimasugli che avevo in frigo.

Ho messo negli stamini Pavoni e poi in congelatore...
Sformare 5 minuti prima di servire...
non sono bellissimi?

mercoledì 30 maggio 2012

Mezzelune di Kamut, ripiene di ricotta e broccoli con burro, salvia, semi di girasole e coriandoli, di speck croccante


Cosa posso dire?
Sto bene, fisicamente parlando. E con me la mia famiglia, grazie al cielo.
 Anche se quando sono al lavoro il mio pensiero è sempre rivolto ai miei bimbi a casa con i nonni, due dei quali bisnonni ottantenni...o a mio marito, sotto un capannone come tanti altri operai...

Stavamo a poco a poco cercando di recuperare una parvenza di normalità...quando la scossa di ieri ci ha riportati nel panico e nella disperazione: tutte le agibilità ancora da verificare, tante case certamente inagibili, paura sui luoghi di lavoro e nelle scuole...

tutto si è bloccato di nuovo, e viviamo in un tempo sospeso...un senso di svogliatezza mi accompagna nei pochi momenti in cui sono a casa, quasi la sentissi sempre meno mia...anche la voglia di cucinare è scemata..tutto al piano sopra è rimasto come lo era il 20 maggio, si vive al piano terra, si fa il minimo indispensabile in casa.

Il mio piccolo paese, la sera, si trasforma in un campeggio all'aperto, i miei vicini di più di ottant'anni, dove il marito è pure infermo, hanno montato una tenda igloo in giardino e dormono lì...scene surreali.

Ora è caldo, è quasi estate...ma possiamo pensare di trascorrere l'inverno, e forse anni, in questa situazione?

Il lavoro è bloccato, le scuole anche...i bambini non hanno potuto salutarsi, ma hanno dovuto ben presto abituarsi al grido "Fuori Fuori!" e non vi nascondo che per quanto ci diamo da fare per non far trasparire la paura il mio bimbo chiede in continuazione : "Cos'è stato? Ho sentito un rumore"

La notte non si dorme, si riposa scomodi o sui divani o nelle macchine, nelle tende...ma non ci si sente comunque sicuri...siamo vigili, o facciamo degli incubi, e desideriamo la luce del giorno anche se ieri ci ha portato nuovi morti e distruzione.

I paesi dove ho trascorso la mia vita, alla quale sono legate le nsotre vicende umane, lavorative, sentimentali, famigliari...sono completamente distrutti...senza più monumenti...con il centro impraticabile ed irriconoscibile...che ne sarà di tutto questo?

Prima che tutto questo succedesse, mi ero presa una mattina dal lavoro per trascorrerla con un'amica che mi è stata molto vicino ultimamente, per altre mie vicende personali.
Lei aveva fatto la "sfoglia", come la chiamiamo noi, ossia la pasta fresca con uova e farina di kamut.
Tirata a mano, rigorosamente, con la dose di un uovo per etto di farina. (per queste dosi 6 uova)

Aveva chiesto a me di preparare un ripieno: semplicemente 250 gr di ricotta di mucca, 300 di ricotta di pecora e  400 gr di broccolo lessato in acqua salata, formaggio parmigiano grattuggiato e sale e pepe q.b, a seconda dei gusti.

Insieme, ce la siamo raccontata mentre preparavamo queste mezzelune, servendoci dell'apposito attrezzino che mi ha inviato gentilmente Tescoma.

Ho condito questi ravioli con burro sciolto in padella con foglie di salvia fresche. In un'altra padella ho rosolato in poco olio qualche fetta di speck rimasta dalla cena precedente tagliato a quadrettini.

Ho condito i ravioli con il burro caldo e la salvia, ho unito lo speck e poi semi di girasole Melandri Gaudenzio.

Ho accompagnato il tutto con il Burlesque dell'azienda Racemi, che a mio gusto si sposava perfettamente.


E così, ci siamo gustati un piattino prelibato godendoci una domenica insieme, ignari di quello che stava a poco per succedere proprio a noi....


 Con questa ricetta partecipo al contest di Dauly


GRAZIE PER TUTTI I VOSTRI MESSAGGI, MAIL, DAVVERO...NON RIESCO A RISPONDERE A TUTTI, MA SIETE NEL MIO CUORE COME IO HO SENTITO DI ESSERE NEL VOSTRO!

lunedì 28 maggio 2012

Budino bicolore di piselli e carote con cuore di gorgonzola e crostino al miele di castagno


Ultimissimo giorno per partecipare all'Mt Challenge di Maggio!

Avevo detto che la sfida mi piaceva molto e per fortuna avevo preparato un pò di variazioni prima del terremoto...approfittando del fatto che in casa le verdure piacciono a tutti e spesso io preparo antipasti di questo tipo.

In questi giorni stiamo però andando avanti a pizza e cibi veloci, stiamo fissando tutti i mobili e cercando di riacquisire la normalità passo a passo. C'è tanto da sistemare, a casa e al lavoro...sono fuori casa da mattina presto a sera tardi ma attorno a me sono tutti carichi e indaffarati!
In tanti hanno lavorato sia di sabato che di domenica, e questo perchè vogliamo tutti, al più presto, ricostruire ogni piccola cosa!

Per il budino
per 8 budini piccoli (per me 4 normali)

 3 carote grandi
150 gr di pisellini surgelati già cotti in padella con brodo vegetale.
150 ml di panna fresca,
2 uova,
  40g di parmigiano,
sale.

Pulire le carote e cuocerle al vapore tagliate a rondelle
Cucoere i pisellini in padella aggiungendo man mano brodo vegetale.
Accendere il forno a 180°C. Frullare le carote 100 ml di panna, unire un uovo,  20 gr di parmigiano,mescolare bene e regolare di sale. 
Frullare i pisellini cotti con la restante panna, il parmigiano, un uovo, e il sale.
 Versare negli stampi imburrati alternando i colori e cuocere nel forno a bagno maria (versare due dita di acqua calda in una teglia e adagiarvi gli stampi con i budini)  per 30 minuti circa (dipende dagli stampi)

Ho utilizzato gli stampi a forma di cuore Pavoni.

Nel centro del cuore ho versato una fonduta di gorgonzola fatta sciogliendo 80 gr di panna fresca con 50 gr di gorgonzola a fuoco lento.

Servire con un crostino di pane all'olio fatto in casa (trovate qui la ricetta) pennellato di miele di castagno.

questa ricetta partecipa a
MTC di Maggio  2012: gli sfidanti!

domenica 27 maggio 2012

Risotto asparagi e fragole...e 5 anni che sono una moglie!


Qualche domenica fa  ho preparato questo risotto...in realtà ero partita volendo fare semplicemente un risotto agli asparagi ma poi, vedendo le fragole appena tagliate per la macedonia, mi è preso un raptus finale e le ho aggiunte al risotto. Strepitoso!

 Avevo già assaggiato il risotto alle fragole, per il mio matrimonio esattamente 5 anni fa...
avevamo infatti scelto per l'occasione anche un risotto fragole e taleggio, ma quello che mi è piaciuto di questo piatto è stato il contrasto tra il caldo del risotto con gli asparagi e le fragole fredde: ho provato a riscaldarlo e si è perso tutto il gusto...vi consiglio davvero di farlo in questo modo!




dedico questo piatto a mio marito...oggi festeggiamo 5 anni di matrimonio e 13 anni assieme.
Ci siamo conosciuti sotto un palco, avevamo allora due gruppi diversi perchè io cantavo nei Vanity Fair e lui suonava la chitarra nei Supremos Inchoo.
Abbiamo deciso in pochi giorni di fondare un gruppo tutto nostro, Gli Esilantera, gruppo con il quale abbiamo inciso un disco autoprodotto, intitolato Il Bacio dell'Amante, che raccoglie tutte le canzoni che Diego ha scritto in quel periodo per me.
In seguito alla conoscenza di Alan, il nostro bassista, abbiamo poi formato i Nausicaa, gruppo con il quale abbiamo inciso il cd autoprodotto Borderline, che raccoglie invece tutte canzoni scritte da me in Inglese.
Di Borderline è stato girato anche un video, che ha vinto il premio miglior Fotografia al Mei nel 2004, se non ricordo male.

Potete vedere il video anche nel blog, alla sezione Video, ed ascoltare così la mia voce.
Abbiamo vinto e partecipato anche a tanti altri concorsi e manifestazioni...sempre a livello molto base, eh? lo abbiamo sempre fatto per hobby!
In questi meravigliosi anni Diego mi ha aiutato a rinascere, a capire la donna che sarei diventata e che volevo diventare, lasciando che venisse fuori il meglio di me, amandomi per quello che ero e sono, anche la parte più oscura e fragile, come nessuno aveva mai fatto prima di allora.
Da quella ragazzina arrabbiata, impaurita, aggressiva e fragile, ha saputo intrevedere e far emergere una donna serena, forte, dolce e premurosa.
Ci siamo sposati il giorno che ci siamo conosciuti e abbiamo coronato il sogno di suonare insieme con gli abiti nuziali.
Poi, come in una favola, siamo tornati dalla festa e abbiamo varcato la soglia della nostra nuova casa.
qualche mese dopo, esattamente la vigilia di Natale, abbiamo scoperto di aspettare Anais, 9 mesi dopo la sua nascita aspettavamo Gioele, nato il giorno del mio 31 esimo compleanno.

 Ho cantato con il pancione, e canto ancora, anche se ho poco tempo.
E' arrivata per me in questi anni una nuova esperienza "lavorativa",  un impegno sociale di cui sono fiera e orgogliosa, e non sono mancate le tante difficoltà in mezzo a questi sogni che si andavano realizzando.
Il 20 maggio 2012, dopo un periodaccio decisamente nero per me, alle 4.03 di notte ci ha svegliati il boato crudele ed impietoso del terremoto, che ha messo in ginocchio il paese dove viviamo e che tanto amiamo.
La nostra casa ci è sembrata una trappola, non più il nostro nido d'amore, e ancora stiamo dormendo in soggiorno.
Beh...proprio una sera di queste, quando non riuscivamo a dormire, pensavamo a quante cose erano successe dal giorno in cui ci siamo detti "Sì", dal giorno in cui eravamo entrati qui dentro,
dopo anni spesi a costruire questa casa, a scieglierne ogni dettaglio, a fare sacrifici per pagarla.
Eravamo entrati in 2...
(ricordo ancora l'emozione del primo bucato o dela prima colazione sulla penisola della cucina...)
Ora siamo in 4.
Il nostro amore e quello per i  nostri bambini ci aiuterà a superare tutto, così come ce lo siamo promessi quel 27 maggio del 2007...ignari di tutto quello che ci sarebbe successo in soli 5 anni.
Anche il blog nasce grazie a mio marito, sebbene le ricette nascano dal mio amore per lui...avendo dovuto imparare a cucinare per un ragazzo del quale mi ero innamorata e che si era presentato come "vegetariano"...

loves saves everything, come dice Billy Corgan, mio poeta preferito, altro mio salvatore.
E io voglio crederci, con tutta me stessa.
Ti amo, Diego. Se è possibile anche più di ieri.

Per 4 persone:
1 mazzo di asparagi
 350 gr di riso Carnaroli La Pila
vino bianco
brodo vegetale
sale aromatico
una decina di fragoloni maturi
aceto balsamico Giusti

Nel wok KIt-zen ho messo un pò di olio extravergine e saltato gli asparagi puliti e tagliati a tocchetti. Ho unito il riso, fatto tostare e sfumare con il vino bianco, circa mezzo bicchiere abbondante.
Ho salato con sale aromatico e proseguito la cottura con brodo vegetale, aggiungendolo man mano che il riso si asciugava.
A fine cottura, ho tolto dal fuoco, aggiunto i fragoloni lavati e tagliati a spicchi, servito a forma di cuore grazie al coppapasta Guardini e decorato con scgalie di grana e gocce di aceto balsamico Giusti.





















sabato 26 maggio 2012

Bouquet di minibudini salati agli spinaci accompagnati da sablè e fonduta al parmigiano: ancora un omaggio all'Emilia!



Domani è l'anniversario del mio matrimonio...
certo 5 anni fa non avrei mai pensato che all'interno della nostra casa tanto amataoggi avremmo dormito per terra, in soggiorno. 

Probabilmente domani lo passeremo a pulire il piano di sopra, dovremo pur trovare il coraggio...
e comunque ogni stupore è insensato comparato a chi ha perso la casa, il lavoro, tutto.
Noi grazie al Cielo siamo tutti qui e stiamo bene, per quanto scossi.

Ieri sera mi sono lavata i capelli, dopo ben una settimana. 
I primi giorni ci si lavava a pezzi, scappando dal bagno in fretta e furia; ieri sera invece sono rimasta sotto la doccia venti minuti (per lavare la mia chioma ci vogliono tutti) e l'acqua calda che scorreva era un benefico piacere che mi ha fatto scordare la tensione...

Qquesto per dirvi che è strano:
 tutto ciò che prima del 20 maggio era un'azione secondaria nella nostra quotidianità oggi ha un peso incredibile.

Perchè dovete sapere che le scosse continuano e piuttosto forti, a pochissimi km di profondità, sempre con epicentro la mia zona.
Le sentiamo tutte: la casa balla, il rumore le precede, il cuore reagisce quando tutto è finito e si rimane tremanti per molti minuti, poi si fa un nuovo respiro e si riprende a vivere.

Oggi i funerali del nostro compaesano Leonardo: 2 figli, una moglie che tutti conosciamo e alla quale oggi mi stringo in un forte abbraccio.
 Ci saremo, al Campo Sportivo; i Cimiteri, parte dell'Ospedale, altre strutture...non sono agibili.

E ci sono paesi che pagano un prezzo ancora più altro in termini edilizi, intendo,
:paesi senza l'unica Scuola,  il futuro.

Paesi evacuati perchè dalla terra sta salendo una fetida melma che impressiona. E' il fenomeno della liquefazione delle sabbie......San Carlo e' costruita sull ex alveo del fiume.
Guardate qui:



Insomma, ripartire bisogna, ma quando sono tutte macerie e il passato è stato cancellato in 15 terribili secondi e davvero dura.

Faremo tutto quel che c'è da fare, siamo emiliani. Anche se i media ormai ci considerano ben poco.

Il filo conduttore della ricetta è il sapore di parmigiano che esalta e coinvolge tutti i tre elementi della preparazione: ancora una volta un omaggio alla mia splendida terra !


La mia ricetta scritta a tarda notte per trovare sollievo in mondo che non è crollato, e per dirvi che sono qui, grazie dei vostri passaggi!!!!




Per il budino salato di Spinaci e parmigiano

5 cubetti di spinaci surgelati e lessati
100 ml di panna fresca,
2 uova,
30 g di parmigiano (io 50 gr) 
sale. 

  Lessare gli spinaci in acqua bollente salata.
Scolare, lasciare intiepidire, tagliare in pezzi.
Accendere il forno a 180°C.
 Frullare gli asparagi insieme alla panna, unire le uova, il parmigiano grattugiato, mescolare bene e regolare di sale. Versare negli stampi imburrati (io imburro anche quelli di silicone) e cuocere nel forno a bagno maria (versare due dita di acqua calda in una teglia e adagiarvi gli stampi con i budini)  per 15 minuti circa (dipende dagli stampi), io ho usato lo stampo a boccioli Pavoni)

Per la fonduta di Parmigano Reggiano

200 gr di panna
100 gr di parmigiano
pepe q.b
Fondere a fuoco basissimo la panna con il parmigiano e mescolare attentamente finchè non è sciolto.
Insaporire con il pepe. 
Sablè al parmigiano

la ricetta base è di Felder e si riferisce ad una ventina di biscotti

 150gr di farina 
1oo gr di burro
1 tuorlo
100 gr di parmigiano grattugiato 
 1 presa di sale rosa dell'Himalaya

Preriscaldate il forno a 180. Unite tutti gli ingredienti in al mixer. Aggiungete l'uovo, compattate e formate una palla. Se l'impasto è troppo secco unire appena un goccio d'acqua.
Conservate in frigo per 1h.
 Stendete la pasta su uno spessore di ca 5mm e ricavate dei biscottini con il tagliabiscotti, di 4cm.
 infornate  a 180° fino a doratura







 la ricetta partecipa a 


MTC di Maggio  2012: gli sfidanti!

venerdì 25 maggio 2012

Budino di asparagi verdi con madelaines al basilico e prosciutto croccante su fonduta di pecorino


Per fortuna avevo già preparato alcune ricette per l'MT Challenge, perchè davvero in questi giorni mancano sia il tempo che la voglia di cucinare...

a dire il vero sembra di essere sospesi in un limbo, e anche fare la lavatrice è un ostacolo grande, 
non so cosa mi impedisce di farlo, ma non ho affatto voglia di sistemare la casa.

Non voglio lamentarmi, voglio solo raccontarvi cosa vivo...

Mi ha svegliata poco fa una scossa rumorosa, esattamente 3.2 ma a solo 3,8 km di profondità.
la notte è stata lunga e anche accompagnata dai forti tuoni....

ieri sera sono tornata tardi dalla Tendopoli che finalmente abbiamo anche a Scortichino, ma vederla finita è stata una grande tristezza: tanti bambini, anche piccolissimi.... non è un campeggio come sembra!!!!

Certo, i bambini ci riempiono di sorrisi, e stiamo cercando di organizzare servizi di supporto ed animazione durante queste giornate bizzarre senza scuola, senza casa, senza le loro importanti certezze.

 tantissime sono le chiamate dei volontrai che mi sono arrivate e che ringrazio, e adesso la sfida è far sì che tutto questo non sia vero solo sotto l'onda emotiva di questi primi giorni, ma che ci sia la voglia di tutelarli e pensare a loro lungo tutto il percorso nei centri d'accoglienza....che speriamo non sia interminabile.

Molti con la casa inagibile sono già in albergo, altri in attesa hanno dormito qui in tenda...ma sembra tutto così irreale.

Finchè sono al lavoro (per fortuna Bondeno ha conservato il Suo Municipio, la piazza esiste, c'è una parvenza di normalità) mi sento piena di energie, (nonostante il pensiero vada sempre ai miei bimbi con i nonni...)
ma quando torno a casa sento il cuore affaticato...

non trovo la forza di sistemare il secondo piano della casa, di stirare, di andare a fare la spesa...
mi vesto con i 4 vestiti che ho al piano terra recuperati in fretta.

Ieri sono passata per Finale Emilia, che è irriconoscibile.
Solo Macerie, tutta la storia e tantissime case sono rase al suolo.

Sant'Agostino anche.

Il resto lo sapete, lo avete visto sui giornali.

Ma io vi racconto quello che vedono i miei occhi, occhi che fino a ieri vedevano questi posti come i luoghi più amati al mondo, quelli nei quali quando torni da un viaggio ti fan sentire a casa, ti fan sentire che fai parte di loro, che appartieni a una Storia.

Voglio tornare a casa...la casa dov'è? diceva una canzone....

Ieri sera, appisolandomi sul divano, mi sono semplicemente sentita fortunata. 
Quello che non si sa, è quanto potrebbe durare ancora, come proteggere i miei bambini che, prima di vedermi uscire per una riunione ieri sera, mi han detto: 
speriamo che il terremoto non venga più e non butti giù la nostra casa....

Non è certo un pensiero adatto alla loro piccola e pura testolina.

Grazie per le vostre dimostrazioni d'affetto, non ho la possibilità di passare da ognuno di voi, ma spero di poterlo fare quanto prima, per ora vi lascio un grande Grazie generale, e un abbraccio e, perchè no, una buona ricetta.

Per il budino salato di asparagi vi rimando alla ricetta di Francesca, del blog Acquolina che ho seguito passo a passo (d'altra parte era molto simile alla mia)


per 8 budini piccoli:

500 g di asparagi crudi,
100 ml di panna fresca,
2 uova,
30 g di parmigiano,
sale.

Pulire gli asparagi (se sono abbastanza grandi pelare i gambi con il pelapatate), tagliare la parte più legnosa e cuocere in acqua leggermente salata. Scolare, lasciare intiepidire, tagliare in pezzi e tenere da parte alcune punte come decorazione. 
Accendere il forno a 180°C. Frullare gli asparagi insieme alla panna, unire le uova, il parmigiano grattugiato, mescolare bene e regolare di sale. Versare negli stampi imburrati (io imburro anche quelli di silicone) e cuocere nel forno a bagno maria (versare due dita di acqua calda in una teglia e adagiarvi gli stampi con i budini)  per 30 minuti circa (dipende dagli stampi). 
per le madelaines al basilico e primosale
 (circa 15)
120 gr di farina di kamut
2 uova
40 gr di olio extravergine d'oliva
6 cucchiai di latte
mezza bustina di lievito
una manciata di foglie di basilico
50 gr di primosale
sale aromatico
In una ciotola sbattere le uova, unire l'olio, il sale, la farina, il lievito. Amalgamare bene, poi unire il basilico sminuzzato e il primosale. Solo alla fine unire il latte e mescolare bene, se dovesse servire, aggiugerne ancora qualche cucchiaio.
Lasciar riposare il composto un'oretta, poi cuocere le madelaines nell'apposito stampo in silicone (per me Pavoni), per una decina di minuti o poco più, a 180°

per la fonduta di pecorino e il prosciutto crudo croccante

200 gr di panna
100 gr di pecorino toscano Caseificio Spadi
una noce di burro di cacao Venchi
pepe q.b

Fondere a fuoco basissimo la panna con il burro di cacao, poi unire il pecorino e mescolare attentamente finchè non è sciolto.
Insaporire con il pepe.

Nel frattempo, in un'altra padella, fondere un altro quadretto di burro di cacao Venchi e rosolarvi le striscioline di prosciutto crudo, almeno una per piatto.

Impiattare mettendo nel fondo dei piatti la fonduta, lo sformatino, una fettina di crudo croccante e una madelaine per persona.
Ho servito questi budini con un rosato frizzante buonissimo, il Burlesque, da uve di Negramaro, Racemi.


con questa ricetta partecipo a
MTC di Maggio  2012: gli sfidanti!

giovedì 24 maggio 2012

Panini all'olio extravergine d'oliva...e la folle paura






Ieri sera mi ero già addormentata, in soggiorno, vicino ai bimbi e a mio marito, quando una forte scossa ci ha sorpresi nel sonno e ci ha catapultati ancora nell'incubo: 
che fare? Svegliamo i bimbi e andiamo in macchina? aspettiamo? come facciamo a dormire ancora? 

Tutta la faticosa riconquista di pezzetti di normalità rubata al giorno spazzata via da un rumore esplosivo cui fa seguito il movimento della terra.

E' stata una notte agitata, intervallata da queste scosse abbastanza forti, che ti fanno alzare pronto a scappare. 

Quando tutto passa, almeno per me, la forza e la lucidità dell'allerta mi abbandonano e lasciano posto ad un'estenuante tachicardia. 

Il tempo si ferma per un attimo lunghissimo, poi torna a battere più forte quasi a recueperare quello perso. Placare quella tachicardia non è facile, a volte ci vogliono ore.

A volte mettersi al pc e condividere l'emozione su facebook, o scrivere un post come questo, è un'opportunità per distarsi, distendersi ed esorcizzare la folle paura.

 Tornando alla ricetta, questi panini sono favolosi, e mi sono stati d'aiuto in questi giorni, perchè ne avevo fatta doppia dose e messi in freezer...domenica abbiamo mangiato solo questi in macchina...e anche in queste sere mi è bastato tirarli fuori dal freezer, insieme alle tigelle, qualche ora prima, e la cena era pronta, con un pò di salume, formaggio, e un pò di verdure.
Anche di grazia che possiamo cenare nella nostra casa!


Ingredienti per 8 panini:

300 gr di farina 00
200 gr di farina 0
12 gr di lievito di birra (io ne ho messi 6 gr)
300 ml di acqua
60 ml di olio extravergine d’oliva ( per me Dante)
1 cucchiaio raso di sale

 
Far sciogliere il lievito in una ciotola con l'acqua appena tiepida. Aggiungere meta’ della farina e iniziare a impastare (io con l'impastatrice)aggiungere 50 ml di olio evo e il sale e continuare ad impastare
 Aggiungere la restante farina,traferire l’impasto su una spianatoia infarinata e lavorare energicamente fino ad ottenere un panetto morbido ed elastico
 Fare una palla con l’impasto metterlo in una ciotola e far lievitare per 2 ore nel forno spento (quando ho preparato questi panini...proprio in questa fase sono dovuta correre al pronto soccorso pediatrico con Gioele e....per fortuna niente di grave, ma i panini hanno lievitato per questa ragione ben 5 ore!!!!)
Riprendere ora l’impasto e dividerlo in 8 parti uguali. Stendere ogni pezzo di impasto dandogli la forma di un piccolo rettangolo e cospargerlo con un filo d’olio.
 Arrotolare ogni rettangolino su se stesso dal lato più corto quindi mettete i panini all’olio su una placca da forno ricoperta di carta forno e far lievitare ancora per 1 ora.

 Preriscaldare il forno a 190° quindi infornare i panini e cuocerli per 20 minuti o fino a che non risulteranno dorati. (a me sono serviti 30 minuti)

mercoledì 23 maggio 2012

Fiordilatte emiliano....forza Emilia!


Innanzitutto: sto bene, e assieme a me la mia famiglia.
Grazie davvero di cuore!

Le scosse continuano e continueranno, ora ci si rimbocca le maniche e soprattutto si pensa a chi è stato più sfortunato.

La frazione dove vivo è sovrastata dalla paura e ha avuto ingenti danni soprattutto per quanto riguarda la zona industriale, la gente dorme ancora nelle macchine, io questa notte ho osato "riposare" al piano terra, materassi sul pavimento, vicina alla porta...sempre in allerta e il cuore sotto costante stress.

 Il danno più grande, purtroppo, è che sono morte delle persone.

E' stato difficile rimettersi ai fornelli, pensare alla mia cucina come ad un luogo rilassante e familiare quando tutta la casa è diventata un luogo ostile in cui non osiamofare le cose più banali...

eppure ieri nella tarda mattinata, dopo avere riposato qualche ora in macchina sotto una pioggia incessante, ho sentito il bisogno di trovare questo coraggio e soprattutto di provare a fare qualche cosa di "normale", incoraggiata anche dal fatto che era Lunedi, e all'alba il nostro mondo cominciava giustamente a svegliarsi.

Avevo bisogno di ritrovare il piacere di fare le cose che più mi tranquillizzano ed appagano e quindi ho preparato il pranzo e ho scelto invece di pubblicare questo dolce,
 simbolo di Bologna, cuore dell'Emilia che tanto amo, e trionfo della dolcezza di cui abbiamo tanto bisogno.

La cottura lenta, i pochi gesti sicuri, il sapore semplice e genuino delle piccole cose...quelle vere...

ho scelto questa ricetta, che avevo in archivio, per dirmi che tutto, anche il mio piccolo blog, deve andare avanti con la speranza di riconquistare la nostra "quotidianità", che anche se è frenetica e spesso ci si lamenta, però poi è preziosa e ci manca

Alla fine ho cucinato un piatto di pasta e una crostata con il lemon curd veloce, che ho portato alla mia vicina di casa, che non aveva la forza nemmeno di rientrare da due giorni, un piccolo gesto per darci conforto, a volte basta stare insieme in strada a chiaccherare, a farci venire un sorriso che in casa è dura trovare...

 per fortuna ci sono pasti caldi per chi è in queste condizioni e anche peggio, forniti dai volontari della Società Sportiva e della Sagra della frazione, non solo la mia.


Dopo la violentissima scossa delle 4.03 di Domenica sono uscita di casa pestando tutti i piatti e i bicchieri rotti per terra, mancava la luce e non potevo vedere, ma dentro di me sentivo che le cose materiali, anche quelle alle quali ho sempre pensato di tenere maggiormente, non erano poi così importanti...
in quel momento davvero non mi toccava vederle a terra.

Avevo i miei bimbi in braccio, mio marito seduto in macchina accanto a me,
la nostra casa era rimasta in piedi
avevo tutto quello che è la mia vita.

Il mio primo pensiero sono stati i miei nonni, mio fratello e la sua famiglia, la famiglia di mio marito ed Elisa, e appena le comunicazioni sono riprese e ho saputo che stavano bene mi sono sentita comunque una "fortunata".

Tutto il resto si può ricostruire e ricomprare, con fatica, certo, 
ma la vita non te la dà più indietro nessuno.

Tanta amarezza per chi non è riuscito a salvarsi e ha lasciato il vuoto attorno a sè.


Tante volte ho visto queste immagini alla TV e ho creduto di capire, perchè mi sentivo solidale, ma distante da quel che sembra non possa toccarci.
Ma solo in questi giorni ho purtroppo fatto i conti con il terrore, la desolazione,
la completa inversione dei punti di vista che si impossessano di noi.
Queste emozioni non le comprendi fino in fondo se non le vivi.

Tornare in casa anche solo per andare al bagno è difficile: un orecchio sempre in ascolto e quel rumore sordo che mi sembra di sentire sempre...il cuore sobbalza ad ogni nonnulla, le gambe tremano ad ogni scossa, la gamba tesa sempre pronta a varcare la soglia...
poichè le scosse si susseguono impietose molto frequentemente.
Non capiamo più se è il terremoto, il tuono, o Gioele che gioca a palla, la lavatrice...tutto crea diffidenza.

 La prima sera abbiamo preferito cenare in macchina...entrando nella mia casa mi sentivo un'estranea impaurita dai mobili...e poi volevamo distrarre e divertire i bimbi facendogli pesare meno l'accaduto.

Ma spero che nonostante le scosse di assestamento con le quali per un pò dovremo convivere (anche stanotte svegliarsi in continuazione con la tachicardia è stato un patema) la normalità possa tornare a poco a poco.

Grazie a tutte le forze dell'ordine, i vigili, la protezione civile, i vigili del fuoco volontari e tutti coloro stanno lavorando ininterrottamente per questo...anche in Comune
e grazie a tutti voi che vi siete stretti attorno a noi, a me in particolare, offrendomi affetto, conforto, supporto, e anche aiuto materiale...

Stiamo bene, la mia casa non ha danni. Abbiamo solo tanta paura. 
Non me la sento di spostarmi perchè in questo paese ho la mia famiglia, mio fratello, i miei nonni, 
i miei amici, la mia gente, il mio lavoro, il mio passato, tutto...
 anche se di questo non ne avevo mai parlato prima e non cambia tanto il resto.

Starò qui se ne avrò la possibilità, affronterò con la mia gente che è forte questo tragico momento, 
ma apprezzo molto il vostro aiuto, e il coraggio che mi infondete,
la parvenza di normalità che mi date almeno in questo mondo virtuale, ma altrettanto vero.

  Forza, Emilia!!!



a tutti coloro che sono rimasti coinvolti dedico una delle mie canzoni preferite

Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso, una diga confusa, fanno tabula rasa
di noi che qui sotto, lontano, più in basso, abbiamo la casa;
la casa ed i piedi in questa spianata di sole che strozza la gola alle rane,
di nebbia compatta, scabrosa, stirata che sembra di pane
ed una strada antica come l' uomo marcata ai bordi dalla fantasie di un duomo
e fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani in marinai non veri...
Emilia sdraiata fra i campi e sui prati, lagune e piroghe delle terramare,
guerrieri del Nord dai capelli gessati, ne hai visti passare!
Emilia allungata fra l' olmo e il vigneto, voltata a cercare quel mare mancante
e il monte Appennino rivela il segreto e diventa un gigante.
Lungo la strada fra una piazza e un duomo hai messo al mondo questa specie d' uomo:
vero, aperto, finto, strano, chiuso, anarchico, verdiano... brutta razza, l' emiliano!
Emilia sognante fra l' oggi e il domani, di cibo, motori, di lusso e balere,
Emilia di facce, di grida, di mani, sarà un grande piacere
vedere in futuro da un mondo lontano quaggiù sulla terra una macchia di verde
e sentire il mio cuore che batte più piano e là dentro si perde...
passeggia un cane e abbaia al vento un uomo...
Ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi, si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza,
fari per chilometri ti accecano testardi, ma io sento che hai pazienza, dovrai ancora sopportarci....
 
(Emilia - Francesco Guccini) 
 
Ingredienti
1 litro di latte intero fresco
250 g di zucchero semolato
  4 tuorli e 2 uova intere
1 stecca di vaniglia

per il caramello
 
 7 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di acqua

Preparate il caramello mettendo in una casseruola (io uso sempre la mia antiaderente Ballarini Salento, come vi ho spiegato anche qui, sul post del caramello morbido...), lo zucchero e l’acqua,e fate sciogliere il tutto senza mai mescolare .Quando sarà sciolto e ambrato versate in modo omogeneo  il caramello nello stampo per budino (per me Guardini)
In un'altra casseruola unite il latte, 200 gr di zucchero, la stecca di vaniglia incisa con un coltello e portate a ebollizione mescolando frequentemente fino a quando il composto si sarà ridotto di più della metà. Ci vorrà anche più di mezz'ora, il latte deve assumere un colore ambrato.
Lasciate raffreddare a temperatura ambiente e togliere la stecca di vaniglia.

Con le fruste montare appena le due uova con i 4 tuorli ed 50 gr di zucchero, unitevi il composto di latte e poi filtrate il tutto, così eliminerete la schiuma che altrimenti darà un brutto risultato estetico al fiordilatte, cosa che potrebbe accadere anche se l'acqua del bagnomaria bolle perchè la temperatura è troppo alta.

Fate cuocere a bagnomaria il vostro Fiordilatte a 140° per 3 ore .

Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima a temperatura ambiente e poi in frigorifero, meglio se tutta la notte.
Sformare girando lo stampo solo prima di servire, se lìoperazione riesce difficile (dipende dallo stampo!) aiutatevi passando tra i bordi con la lama di un coltello

domenica 20 maggio 2012

Chiuso per terremoto


Queste sono le immagini che non avrei mai pensato di vedere con i miei occhi. Abito molto vicina all'epicentro e l'emozione di terrore e panico che ho provato non la scorderò più.
Siamo rientrati all' 1 da un matrimonio, abbiamo messo i bimbi a letto e abbiamo avvertito la prima scossa. Sono scesa in strada e ho visto alcuni vicini, mi sono addormentata con fatica e sono stata svegliata poco dopo da mia figlia Anais che, con molta agitazione, ha voluto dormire nella mia stanza in un lettino che avevamo messo quando è nato Gioele in caso uno dei due si svegliasse piangendo.
Qualcosa - vi giuro - mi ha suggerito di pregare, pregare che divindendoli non facessi la scelta sbagliata, poichè la scossa mi aveva tormentata.
Poi mi sono riaddormentata profondamente.
Ci ha svegliato un boato tremendo, il mio pensiero è stato quello di correre dai bimbi.
Gioele, nel suo lettino, dormiva. L'ho preso in braccio.

Mi volto e il letto di Anais non si vede: un armadio e una scala, tanti altri oggetti gli sono caduti sora.
Mi sento morire, scavo con le mie mani insieme a mio marito, allibiti non la troviamo e mi sento impazzire.
Ecco, questa è la foto.
Nel frattempo il pavimento trema e tutto vacilla, dentro e fuori.
Stavo davvero impazzendo, quando mi viene in mente che Anais è nella mia stanza.
Confusa mi guarda assonnata.


La prende Diego di corsa, usciamo. Il pavimento al piano di sotto è una distesa di vetri e cocci, li pesto senza accorgermene, manca la luce. Corro verso la porta. In terra tutti i piatti, i bicchieri, tutto....


Da allora sempre in strada.
Paesi distrutti,privati della loro memoria storica.
Lavoro distrutto, in quanto tanti capannoni industriali ed agricoli non hanno retto.
Questa è una parte della casa dei miei suoceri, dove il fienile è collassato sopra la jeep, mio suocero aveva lì la sua officina il luogo dove spendeva più tempo al giorno dopo la campagna.


E poi le scosse: forti, continue.
Una sensazione di disagio che non abbadona, una paura profonda, mai immaginata, il terrore, il panico.
Lo stare sempre in allerta,  il non sentirsi sicuri nella propria casa.
Stanotte dormiremo in macchina.
E' difficile mantenere la calma e non trasmettere il panico ai bambini.

                 Però ora siamo qui, e ringrazio l'angelo che ha protetto mia figlia.
Anche ora la terra sta tremando, e noi abbiamo paura.
Sono morte delle persone, questo ci addolora profondamente.
Grazie di esserci vicini, in tantissimi mi avete chiamato, scritto, pensato.
Grazie. Mi aiutate a ricostruire una parvenza di normalità

 

sabato 19 maggio 2012

Pancakes alla ricotta con fragole e sciroppo d'acero


Il week end è alle porte: se avete tempo coccolatevi con questa meravigliosa colazione! 

A volte io preparo i pancakes e li congelo, altre volte li metto in frigo se so che li mangerò il giorno dopo...poi li scaldo in microonde ed è sempre meglio dei biscotti industriali, no?

Però...se avete tempo...(basta un quarto d'ora!) ...concedetevi il lusso di prepararveli e gustarveli poco dopo: caldi, profumati, imbevuti di delizioso sciroppo d'acero e accompagnati da fragole fresche...magari facendoli trovare già pronti alla persona che amate
...secondo me è una meravigliosa dichiarazione d'amore!

ps: dimenticavo di dirvi che questo è anche un nobile modo per smaltire della ricotta...non sarà un'informazione altrettanto romantica ma può venirvi utile...se invece non avete la ricotta in casa ma volete ugualmente fare dei pancakes...i miei preferiti in assoluto sono questi!

Buon week end, e scusate se latito, molti impegni mi aspettano...ma tornerò presto e con piacere nelle vostre cucine!



Ingredienti per 8 pancakes non troppo grandi

250 gr di ricotta di mucca
100 gr di farina
2 uova
150 gr di latte fresco
100 gr di farina 
1 cucchiaino di lievito

per farcire:

fragole fresche
sciroppo d'acero Maple Joe
panna montata

Montare a neve gli albumi.
Lavorare la ricotta con il latte e i tuorli itilizzando le fruste e incorporare poi gli albumi usando un cucchiaio e mescolando dal basso verso l'alto.
Cuocere i pancakes in una padella appena unta di burro circa un minuto per lato, saranno pronti da girare quando faranno le classiche bollicine.
Servire mettendo un pancakes su un piattino, irrorare di sciroppo d'acero, guarnire con fragole e procedere così facendo 2-3 strati.
Terminare con le fragole, lo sciroppo, e qualche ciuffetto di panna montata.

Servire con tanto amore senza pensare alla prova costume!



giovedì 17 maggio 2012

Panna cotta con gelée di fragole


 Swallow it down...what a jagged little pill...

 Ci vuole un dolce...per addolcire la pillola.

Con un poco di zucchero e la pillola va giù, la pillola va giù, la pillola va giù... 


 Silenzio adesso, tanto silenzio.


E poi si ricomincia. 



Come la terra dopo la pioggia appena caduta: vento forte, scrosci violenti, boati del tuono.


Ed ora un tiepido sole accarezza le cose e inonda la mia cucina.


Posso sentire il profumo che emana il dolce appena sfornato, posso udire il cinguettio degli uccellini tornati a giocare sugli alberi, posso vedere la bellezza della primavera nelle rose che esuberanti fanno mostra di sè nel giardino difronte, posso toccare i loro petali vellutati come le guance dei miei bambini, luce della mia vita.


Che continua, nonostante tutto.

Oh well, whatever, nevermind.... 





Ingredienti

Per la panna cotta
500 ml di panna fresca
50 gr di zucchero
1 stecca di vaniglia
10 gr di gelatina in fogli

Per la gelée di fragole
100 gr di fragole
1cucchiaio raso di zucchero 
2 gr di gelatina in fogli

 Mettere a bagno in acqua fredda la gelatina in fogli in una ciotolina.
Scaldare la panna con lo zucchero e i semi della vaniglia e, prima che prenda il bollore,  unire la gelatina strizzata.
Versare negli stampini, per me questi bellissimi di Pavoni.
Porre in frigorifero per venti minuti

  Mettere a bagno in acqua fredda la gelatina in fogli in una ciotolina.
 Frullare le fragole con lo zucchero.
Scaldare qualche cucchiaio di frullato ed unirvi la gelatina, avenndo cura di mescolare bene.
Tirare fuori gli stampi dal frigo e  versarvi sopra la gelèe.
Riporre in frigofero per almeno altre 3 ore.
Sformare e servire.

Decorare con salsa fresca di fragole (fragole e zucchero frullati)


mercoledì 16 maggio 2012

Strozzapreti con mazzancolle e asparagi bianchi



Quando ho visto questo bel piatto dalla mitica Fede non ho potuto esitare e l'ho rifatto subito...mi aveva messo un'acquolina! Inoltre non avevo mai assaggiato gli asparagi bianchi, che sono stati una bella scoperta. Ne ho acquistati due bei mazzi e ci ho preparato la pasta e i budini per l'MT Challenge che ho postato ieri e che tanto vi sono piaciuti...grazie per tutti i commenti carini! 
 
Questo piatto è speciale e credo che l'abbinamento di questo asparago delicato con il pesce sia eccellente, tuttavia così nature preferisco l'asparago verde...ne sto mangiando quantità industriali e ho ancora tante ricette con gli asparagi in serbo per voi!
Ma passiamo alla ricetta con le mie modifiche, l'originale la trovate qui... Federica è sempre una garanzia!

Ingredienti:

  250 gr di strozzapreti
1 mazzo di asparagi bianchi
16 gamberoni o mazzancolle
olio, sale, scalogno
panna fresca
prezzemolo

Lavare gli asparagi e pulirli con il pelapatate. Tagliarli a rondelle e conservare le puntine.
In una teglia metto a soffriggere olio e scalogno, unire le rondelle e le punte di asparago, regolare di sale e portare a cottura.

Quando le rondelle sono pronte frullarle con il mixer ad immersione unendo 2 cucchiai di panna.

Pulire i gamberoni o mazzancolle dal carapace, (conservarne alcuni per la decorazione), e dal filetto interno.

Mettere a cuocere la pasta.

In una wok (per me Kit-zen) metto poco olio e salto i gamberoni.

Quando la pasta è pronta, scolarla e passarla nella wok, unire la  crema di asparagi e un pò di puntine.
Spadellare il tutto e completare con prezzemolo tritato.

 Buon appetito!  






Il Blog di Aria: cucina e vita

In questo spazio raccolgo le mie ricette sparse, ma anche pezzi di vita che ad esse inevitabilmente si sovrappongono.
Qui trovate profumi e sapori che evocano ricordi e riflessioni: le mie ricette sono per lo più dolci e piatti vegetariani